Il mare chiuso

Zeldawasawriter.it -03 Settembre 2013

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Buongiorno miei cari! Buon secondo giorno dell’anno 😉
Poco prima di partire ho ricevuto la mail dell’artista Alessandro Di Sorbo, una delle migliori lette nell’ultimo periodo. Purtroppo per le medesime ragioni di colpevolezza espresse nel post di ieri (qui), non sono riuscita a rispondere, perdendomi tristemente negli scorni del quotidiano. Perché la mail era speciale? Perché non chiedeva altro che un silenzioso confronto. Niente da pubblicare o da esibire, solo ascolto e attenzione.

Ci deve essere un destino che trama per le procrastinatrici seriali, una qualche essenza divina che sa benissimo che non rispondere a una mail – sebbene sia pratica infausta e da non consigliare – non sempre significa disinteresse. Lo dico a ragion veduta, visto che IL MARE CHIUSO, uno dei libri di Alessandro (scritto da Alessio Di Simone, per Verbavolant), alla fine è arrivato a me, seguendo altre correnti.Il Mare chiuso è un libro meravigliosamente semplice e poetico, qualcosa che racconta di me in un modo che mi stupisce profondamente. Ci sono mari chiusi nell’anima, non meno estesi, non meno veementi. Ci sono mitiche traiettorie di suono e sapienza, gli occhi di un bambino che si confondono nelle brume dell’orizzonte e la storia di una grande balena spiaggiata.Esistono davvero poche parole per descrivere un sentimento, anche se esisterà sempre qualcuno pronto a propinarvi 10 regole d’oro per riuscirci magistralmente. Penne illustri ci hanno provato tutta la vita a inanellare il giusto aggettivo, la giusta sinestesia. Ma spesso la figura retorica che potrebbe salvare l’intera portata del messaggio – il verbo, il colore semantico, lo spazio vuoto tra parole complesse – continua a essere latitante, nascosta nell’ombroso anfratto della lingua, non tanto lontano da dove nascono le parole. Non lontana ma assente ingiustificata.

Io credo che certe bellezze vadano guardate, non descritte. E questo è uno di quei casi preziosi.
Guardatelo come fosse un panorama: persi nell’immensità di una nostalgia di ritorno ed estensione, troverete la bellezza delle stime dell’infanzia, quei conti in cui tutto tornava solo e se la lista delle uscite superava di gran lunga quella delle entrate.
Buona giornata a tutti!
Camilla
Zelda was a writer

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