Ilvaglio.it. Antonio Furno. 2 Settembre 2013
Alessandro Di Sorbo è nato a Piedimonte Matese nel 1978. Laureato in Ingegneria Informatica, dal 2008 vive e lavora a Roma. Di Sorbo è un grafico, fumettista, illustratore e copertinista. Su testi di Alessio Di Simone ha realizzato nel 2012 un libro per bambini dal titolo “Il Mostro nell’armadio” (a questo link l’articolo del Vaglio). Di Sorbo e De Simone hanno da poco dato alle stampe, per i tipi di Verbavolant, un nuovo libro. Li abbiamo incontrati per parlare del loro nuovo lavoro, di libri per bambini di come uno scrittore ed un disegnatore possano andare d’accordo e lavorare bene assieme.
Avete da poco pubblicato con VerbaVolant la vostra nuova opera dal titolo “Il mare chiuso”, voi lo definite Libro da parati, in che senso?
Alessandro: L’idea alla base è quella di un libro che possa anche diventare poster d’autore: un solo foglio tipografico ripiegato in modo tale da essere sfogliato e letto. Abbiamo lavorato per conferire al poster la dignità di un libro e, d’altro canto, per creare un libro che avesse senso solo in questo formato. Quando Alessio mi ha presentato, tra gli altri, il racconto del “Mare chiuso” tutte le mie ricerche sono sfociate in questa semplice idea: un libro che partisse da un “mare chiuso” per arrivare in “mare aperto”.
Siete alla seconda opera per VerbaVolant, prima Il mostro nell’armadio e adesso Il mare chiuso. Sempre con Alessio ai testi e Alessandro ai disegni. Quando e come avete iniziato a collaborare? Alessio: Ci siamo conosciuti all’università, condividiamo la passione di scherzare sulle situazioni e di citare qualsiasi cosa nel contesto quotidiano. Una delle prime cose che ricordo è la sinossi di un ipotetico film con Dolph Lundgren intitolato Seminarista esplosivo.
Alessandro: Siamo prima di tutto amici di vecchia data. Conoscevo Alessio per il suo lavoro sui testi dei Tenia, gruppo musicale in cui abbiamo “militato” insieme. Così, quando cercavo un racconto per un progetto di libro illustrato da presentare a un concorso, mi è venuto naturale chiedere a lui. Alla fine il concorso è sfumato ma in quel periodo avevo da poco iniziato a collaborare come copertinista con la VerbaVolant. Quando Fausta Di Falco (l’editore) mi ha chiesto se avevo un progetto per la loro collana di libri per bambini ho proposto quello che poi è diventato Il mostro nell’armadio e lei se n’è innamorata. Per Il mare chiuso è stata lei a chiederci di lavorare di nuovo insieme su questa idea del libro-poster.
Come funziona la vostra collaborazione?
Alessandro: Ci hanno spesso detto che testo e illustrazioni dei nostri libri si sposano così bene da sembrare fatte da un unico autore, in realtà la nostra collaborazione funziona abbastanza a camere stagne: magari ci confrontiamo sugli approcci, sulle idee di fondo, ridiscutiamo uno il lavoro dell’altro in funzione del risultato finale ma siamo entrambi molto indipendenti. Ci fidiamo molto del lavoro dell’altro cercando di sfruttarne i punti di forza, tendendo al risultato migliore che ci è possibile. Credo che il tutto funzioni in virtù del nostro comune approccio e intento, oltre alla sensibilità così vicina probabilmente per la nostra amicizia.
Il Mare e Il Mostro sono due volumi per bambini che però possono essere fruiti anche da un pubblico adulto. Ci sono citazioni e riferimenti alla cultura alta e sono entrambi attraversati da una forte vena poetica. Quanto è difficile scrivere racconti con questo doppio livello di lettura?
Alessio: Il processo di formazione di una storia è sempre in qualche maniera correlato a ciò che si è assimilato dalla realtà esterna; il filtro della propria formazione ne arricchisce gli aspetti, o li modifica, li rende aspri, lenti, goffi, grezzi, gioviali, sognanti, spenti, accesi, cupi, contorti, deboli, fiacchi, deteriorati, sciolti, appesi, colorati, morti, vivi, sferzanti, veloci, oppure anche tutte queste cose insieme. Non credo sia un processo naturale come la maturazione del miele, ma non è più complesso di impostare il programma di una lavatrice.
Vivete e lavorate tutti e due a Roma. Com’è la situazione del mercato lì e in generale in Italia? Quant’è difficile la vita di uno scrittore e di un illustratore oggi?
Alessandro: Il mercato dell’editoria in Italia a volte è scoraggiante, inoltre l’albo illustrato è quasi una nicchia all’interno di una nicchia, ma Roma ha un panorama abbastanza fertile di piccole e medie case editrici, alcune di livello davvero alto. Purtroppo non so dirti quanto sia difficile la vita di un illustratore, anche perché io sono un infiltrato nel mondo dell’editoria, un autoditatta che ha fatto scuole scientifiche e fa un altro lavoro per potersi pagare le bollette.
Alessio: Non saprei, sono ancora un po’ spiazzato dal termine scrittore. Posso davvero presentarmi alle persone come scrittore?
Quale consiglio dareste a un giovane autore che vuole intraprendere la vostra carriera?
Alessio: Provare, confrontarsi, studiare, fare quello che più piace; lo vedo più come l’espressione di un bisogno, non come una carriera.
Alessandro: Noi stessi siamo, in fin dei conti, dei giovani autori e il consiglio che ci danno più spesso è crederci, lavorare tanto soprattutto sulla propria crescita e soprattutto non farlo per i soldi, a parte qualche raro caso “fortunato” i lavoratori dell’editoria sono tra quelli col peggior rapporto qualifica-preparazione/stipendio. D’altro canto, è un lavoro estremamente stimolante che ti consente di entrare in contatto e confrontarti con realtà e persone spesso brillanti e in qualche caso eccezionali.
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